Sono quasi due anni di Covid e il modo di relazionarci col mondo è radicalmente cambiato, anche se il nostro eterno desiderio di normalità e l’istinto di sopravvivenza ci spingono sempre a minimizzare, se non addirittura per alcuni a negare l’esistenza evidente di un problema catastrofe che ha colpito l’intera umanità. Noi popolo di Sport, abituati a giocare insieme, a collaborare in squadra per raggiungere il risultato, abituati al sacrificio quotidiano pur di migliorarci per farci trovare meglio preparati, siamo stati capaci meglio di altri a trovare contromisure, abbiamo nel nostro DNA la flessibilità necessaria per adattarci alla situazione e superare i problemi in corso d’opera, risolvendo problemi mano a mano che accadono. Sviluppiamo presto il concetto di “Resilienza” e impariamo sulla nostra pelle quello di Antifragilità. “L’antifragilità è la proprietà che utilizza gli stress acuti come fonte di informazione per adattarsi alle situazioni di incertezza. La resilienza e la robustezza permettono all’atleta di tollerare gli shock e perseverare verso l’obiettivo. L’antifragilità consente all’atleta di migliorarsi mentre si adatta all’imprevedibilità e al caso.” (Pallacanestro Antifragile – Luca Sighinolfi)
Papa Francesco, accogliendo atleti e dirigenti CONI in udienza, è stato illuminante: “Il motto olimpico – Citius, Altius, Fortius – non è un incitamento alla supremazia di una nazione sull’altra, di un popolo su un altro popolo, e nemmeno all’esclusione dei più deboli e dei meno tutelati, ma rappresenta la sfida a cui siamo chiamati tutti, non solo gli atleti: quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete più importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi».
Sacrificio per ottenere un risultato. Fatica per raggiungerlo. Condivisione e collaborazione in squadra, dando ognuno tutto quello che può, pur nella differenza di ricchezza e di capacità, perché insieme si vince. Negli ultimi due anni anche il popolo non sportivo dovrebbe averlo capito che “Insieme si può”. Ma perché diventi realtà, bisogna mettere l’esigenza della squadra davanti al proprio egoismo.
E’ la festa del Natale. Per i Cristiani l’annuncio della lieta novella, la nascita di colui che salverà il mondo. Per ognuno di noi, cristiani e non, la certezza che la salvezza passa attraverso l’essere umano, attraverso le nostre scelte quotidiane, una scelta di campo. O condividiamo e ci mettiamo al servizio gli uni degli altri, gratuitamente, con intelligenza e collaborazione, o sarà il buio dello sfrenato egoismo a farci soccombere.
E’ ancora Papa Francesco a sottolinearlo con semplicità: “…lo sport deve essere inclusivo delle persone con diverse disabilità, degli stranieri, di chi vive nelle periferie e ha bisogno di spazi di incontro, socialità, condivisione e gioco; uno sport non finalizzato all’utile, ma allo sviluppo della persona umana, con stile di gratuità”.
Nel Sanga’s Tigers Mondo e grazie non solo alla pallacanestro, ma alla dedizione di tutti gli educatori, istruttori, allenatori, dirigenti, genitori e famiglie, tutto questo si vive ogni giorno in palestra e sui campi. Non è facile, ma nessun grande risultato si raggiunge senza superare le molte difficoltà. Lo Sport è Scuola di Vita.