Donne nello sport, nella politica, nella vita

Intervista alla Vice Sindaco Anna Scavuzzo

Ciao Anna, un titolo interessante per cominciare questa nostra intervista. Partiamo da qui…
Le metafore sportive per parlare di impegno politico sono quasi inflazionate. Ma fuori dalla retorica credo che ci sia una relazione virtuosa, tanto in politica quanto negli sport di squadra, tra la capacità di impegnarsi insieme ad altri, vivere positivamente la competizione e la collaborazione, porsi obiettivi ambiziosi e avere la forza per raggiungerli insieme. Così come c’è una correlazione tra la politica e gli sport individuali, che pongono ciascuno di fronte alle sfide in modo personale, quasi intimo, e fanno misurare con i propri limiti.
Preferisco comunque pensare che il mio impegno in politica somigli più a uno sport di squadra, con dinamiche che ho imparato a conoscere anche nel corso degli anni della mia formazione, nell’impegno educativo, civico e sociale che hanno caratterizzato la mia gioventù. Il “mio” sport è sempre stata la pallavolo, a volte contendendo il tempo con l’attività scout e di volontariato. E gli anni di gioco e allenamenti sono stati occasione per crescere insieme ad altre ragazze, oggi diventate donne, lavorando sulla coesione del gruppo, sull’aiuto reciproco e sul rispetto e l’autorevolezza delle figure guida, uomini o donne che fossero.
E poi la condivisione degli obiettivi, delle scelte tecniche e tattiche, e la collaborazione per raggiungere insieme un risultato che rendesse merito all’impegno di tutte e di ciascuna.

Questi 5 anni per Milano sono stati intensi e si sono chiusi in modo inaspettato e molto difficile a causa della Pandemia. Nonostante questo hai deciso di continuare a impegnarti per la città. Come mai?
Da sempre vivo a Milano ed entrare in Comune è stata l’occasione per contribuire a rendere Milano sempre più vitale, partecipata, innovativa e accogliente.
Ho affrontato la prima consiliatura, durante il quinquennio di Pisapia, con l’approccio di chi vuole imparare. Per me ha significato entrare in un contesto nuovo, quello amministrativo, con regole e procedure da apprendere; un nuovo modo di mantenere i rapporti con i colleghi del Consiglio, con la Giunta e con gli uffici; un’esperienza che ha richiesto disponibilità a mettermi in discussione, studiare, chiedere aiuto. E’ stato fondamentale non essere da sola e lavorare per consolidare anche la mia capacità di leadership.
Nel 2016 sono poi diventata Vicesindaco della Giunta Sala e assessore prima all’Educazione e poi alla Sicurezza. L’esperienza di questi cinque anni, nonostante – o forse soprattutto – il periodo di pandemia, hanno alimentato ulteriormente la mia voglia di impegnarmi per Milano. Ho intenzione di portare avanti tanti progetti iniziati e di metterne in campo di nuovi, di continuare ad imparare e a impegnarmi per migliorare ancora la città. Milano non si è spenta, la sua fiamma vivace, innovativa, inclusiva e sostenibile è rimasta accesa: ora dobbiamo rialimentare questo fuoco e sento di avere ancora tutta la voglia e l’entusiasmo per farlo altri cinque anni.

Le persone e le comunità dovrebbero sempre essere al centro delle politiche pubbliche dei Comuni. Per te questo cosa ha voluto dire, venendo da un’esperienza di insegnamento e di relazione con i giovani tra cui gli scout milanesi?
Sono cresciuta tra Lambrate e via Padova, mi sono laureata in Fisica dell’Ambiente e ho appunto insegnato in diversi istituti scolastici milanesi. Allo stesso tempo, i tanti anni spesi nell’ambito dello scoutismo mi hanno formato, facendo crescere il mio entusiasmo verso il futuro. Ho sempre amato guardare il lato positivo e impegnarmi per cogliere opportunità e creare una città moderna, inclusiva e sempre più vivibile per tutti, in particolare per le giovani generazioni.
La mia storia mi ha portato a scegliere due parole chiave per la mia campagna elettorale, che ben descrivono il mio percorso personale e lavorativo: passione e concretezza.

Le figure femminili quanto sono importanti anche in posizioni di guida e leadership secondo te?
Parto dalla mia esperienza personale, che mi ha visto collaborare con tante donne, tante colleghe dalla scuola al Comune. Donne con cui mi sono confrontata e con cui ho condiviso competenze; donne da cui ho imparato e per le quali sono anche stata un punto di riferimento.
Credo che in tutti gli ambiti sia fondamentale valorizzare le persone, indipendentemente dal sesso, per la loro capacità di portare valore aggiunto e arricchimento anche attraverso le differenze. E’ giusto, però, battersi perché la leadership al femminile venga riconosciuta alla stregua di quella maschile, perché sarebbe sciocco negare che a noi sono richiesti spesso più sacrifici e fatica per essere riconosciute come figure autorevoli come gli uomini, pur a parità di conoscenze, competenze e volontà.
Quale pensi sia stato il tuo principale contributo in questi anni e come lo valuteresti?
Valutarsi è sempre difficile e sappiamo bene che i cittadini e le cittadine di Milano sono la nostra vera cartina di tornasole. Posso dire quello che ho cercato di fare sempre: ascoltare e condividere la visione della città.
Prendiamo ad esempio l’Educazione: lavorare in gruppo, condividendo obiettivi e strategie, mi ha permesso di avvicinarmi a servizi di fondamentale importanza per bambini e famiglie e di gestire al meglio le risorse a disposizione di una pedagogia moderna e inclusiva, attenta alle caratteristiche di tutti e di ciascuno, capace di essere occasione di crescita, integrazione, promozione della persona. Negli anni alla guida dell’assessorato alla Sicurezza, Polizia Locale e Protezione Civile ho cercato di mettere le mie competenze al centro di nuove forme di collaborazione, con gli uffici e con i cittadini, lavorando in un ottica di promozione della coesione sociale nella gestione delle attività di controlli, verifiche, coordinamento e raccordo dell’azione della Polizia Locale con le Forze dell’Ordine. Credo che in questo ambito l’approccio “femminile” sia stato un vero valore aggiunto. E poi non posso dimenticare la guida della Food Policy, fiore all’occhiello di questa Amministrazione. In questo ultimo anno e mezzo ci siamo tutti resi conto di quanto le crisi globali siano connesse con il sistema alimentare e l’ambiente in cui viviamo e aver lavorato duramente negli anni precedenti ci ha dato il vantaggio di poter mettere a terra azioni davvero efficaci anche in emergenza. Su questo fronte abbiamo investito in un sistema complesso fatto di tanti attori, accomunati dall’obiettivo di promuovere stili alimentari sani, accessibili a tutti, equi e sostenibili, ridurre lo spreco alimentare, valorizzare le filiere corte e sostenere la ricerca in campo agroalimentare locale.

Quindi una Milano sempre più viva e vivibile, che aiuta e che mette al centro le persone e il pianeta. Questo è ciò che vedi per il futuro?
Milano è una città capace di trasformazione e innovazione continua. Guarda avanti con coraggio e determinazione di fronte a tutte le sfide. E lo fa grazie soprattutto alla grande partecipazione e intraprendenza di chi la vive e crea opportunità per la crescita e il benessere sociale, ambientale ed economico per tutti.
Guardando al futuro della nostra città, me la immagino – e mi impegnerò per raggiungere questi obiettivi – più verde e vivibile negli spazi pubblici, a partire da quelli dedicati ai più piccoli e alle persone anziane, capace di valorizzare ulteriormente le eccellenze e di investire sempre di più in ricerca, innovazione e sostenibilità.